“Ho l’ansia”: cosa mi preoccupa?
A chi non è mai capitato di provare tensione e allarme almeno una volta nella vita? Probabilmente a nessuno! Tutti noi sperimentiamo un lieve o moderato livello di preoccupazione che ci permette di individuare e affrontare quotidianamente sfide, minacce o pericoli.
L'ansia ci aiuta a pianificare e a prepararci a una possibile minaccia. Quando si manifesta con un'intensità lieve o moderata, può migliorare il nostro apprendimento e il nostro rendimento. Tuttavia, nonostante l'ansia sia adattiva in gradi lievi o moderati, quando diviene cronica ed eccessiva iniziamo a percepirla come problematica.
L'ansia è un’emozione caratterizzata da una sensazione generale di preoccupazione relativa a un possibile pericolo futuro. Il più delle volte è accompagnata da una reazione fisiologica che mette in allarme il corpo.
Proprio come la paura, l'ansia non ha solo componenti psicologiche (cognitive ed emotive) ma anche componenti fisiologiche e comportamentali:
componenti psicologiche: stato d'animo negativo, preoccupazione inerente possibili minacce o pericoli futuri, preoccupazione per se stessi o per altri, la sensazione di non essere in grado di prevedere una minaccia futura, paura di morire, difficoltà a concentrarsi, irritabilità e alterazioni del sonno;
componenti fisiologiche: stato di tensione e iper-attivazione cronico, palpitazioni, sudorazione marcata, tremori o brividi, nausea o disturbi addominali, sensazione di svenimento;
componenti comportamentali: evitamento, rituali di controllo
In alcune situazioni è possibile che si inizi a sviluppare una sintomatologia ansiosa, come nei casi di:
disregolazione emotiva;
percezione di incontrollabilità e imprevedibilità eccessiva;
condizionamenti legati ad eventi traumatici;
stress legato a richieste ambientali eccessive
conflitti interni inespressi
problematiche relazionali
Quali domande posso pormi per aiutarmi a ridurre il mio stato ansioso e comprendere meglio cosa mi sta succedendo?
Cosa mi sta preoccupando?
Infatti, quando parliamo di ansia ci rifermiamo sempre ad una preoccupazione. Identificare questa preoccupazione ci permette di delimitare i confini e il perimetro della nostra sofferenza
Da quando ho iniziato a sentirmi preoccupato/a?
Collocare la nostra preoccupazione nel tempo ci permette di iniziare a comprendere la nostra sofferenza, spiegando, ovvero togliendo le pieghe, di quella che è la storia del nostro dolore
Ci sono delle situazioni in cui la mia preoccupazione aumenta o altre in cui diminuisce?
Anche in questo caso il collocare la nostra preoccupazione nello spazio e nelle nostre dinamiche relazionali ci permette di iniziare a costruire un senso e una storia della nostra sofferenza
Cosa dovrebbe succedere perché la mia preoccupazione svanisca?
Provare ad immaginare un futuro senza preoccupazione ci permette di iniziare ad affrontare la nostra sofferenza, iniziando ad attivare diverse risorse personali
Qual è il mio rapporto con il controllo? E con l'imprevedibilità?
Iniziare ad aprire una riflessione interiore rispetto al proprio rapporto con il controllo e l’imprevedibilità può già essere un primo importante passo nella costruzione di senso della nostra sofferenza. Infatti, iniziare ad assumere una posizione di accettazione dell’imprevedibilità della vita può aiutarci a vivere più serenamente le svariate sfide di tutti i giorni.
Ricevo online o in studio a Varese e Inveruno: psicologamariagaiera@gmail.com / 3426282584