Confini personali e relazioni
Un confine delimita uno spazio e protegge ma è anche un punto di contatto con l’altro.
La parola confine deriva dal latino “cum-finis”, indica insieme ciò che separa e ciò che allo stesso tempo unisce . Il confine è una zona di transizione in cui scompaiono le caratteristiche individuanti e cominciano quelle differenzianti: è una zona di comunicazione. Rappresenta un limite di demarcazione ma anche un punto di partenza. Indica insieme ciò che chiude e ciò che allo stesso tempo apre, ciò che contiene e ciò che libera.
Quando parliamo di confini, parliamo di relazione almeno tra due parti: dentro-fuori, sopra-sotto, io-te, noi-voi… Il rapporto con i confini si gioca proprio sul livello della relazione.
Si possono identificare almeno tre tipologie di confini:
confini rigidi: i confini rigidi si hanno in quelle relazioni in cui è presente una forte distanza emotiva, le azioni tra le persone in relazione sono scollegate ed è presente scarsa attenzione reciproca. La comunicazione si limita ad un passaggio di informazioni ed è presente una limitata funzione protettiva e di sostegno (Minuchin, 1974);
confini diffusi: i confini diffusi si hanno in quelle relazioni in cui trapelano molte informazioni, non vengono separati determinati contenuti e i problemi di una persona diventano quelli dell’altra. In questo caso l’interesse reciproco è accompagnato da un alto grado di comunicazione mentre l’autonomia e gli spazi personali sono quasi inesistenti(Minuchin, 1974);
confini chiari: i confini chiari si hanno in quelle relazioni in cui i ruoli e le funzioni delle persone sono ben definiti, reciprocamente, e i livelli di comunicazione sono buoni ovvero c’è un buon equilibrio tra ciò che si condivide e ciò che rimane invece privato.
Mettiamo un confine quando abbiamo bisogno di separarci, di distinguerci o a volte di proteggerci. Questo ci permette di mantenere la nostra identità e di rispettare i nostri bisogni, come quando diciamo no all’uscita con un amico perché sentiamo il bisogno di riposare o sentiamo che la richiesta che ci viene fatta è per noi eccessiva in quel momento.
Spesso la rabbia è un’emozione che se bene autoregolata ci può aiutare a mettere dei confini nella relazione con l’altro. Ci permette di comunicare all’altro fino a che punto si può spingere prima che io possa sentirmi in pericolo, ferito o poco rispettato.
E’ proprio sul confine che incontriamo l’altro, il confine è una zona di scambio, di confronto e di comunicazione. Riconoscere quelli che sono i nostri bisogni in un preciso momento, in una relazione o in un contesto di lavoro e comunicarli all’altro è il primo passo per definire dei confini chiari. I confini sono luoghi di incontro e di conoscenza, particolarmente custoditi perché rendono possibile gli scambi. Non facciamo altro che esistere sul confine di qualcosa, non facciamo altro che trovarci “tra”.
Quando sentiamo che lo spazio di condivisione con l’altro ci opprime, ci schiaccia o ci appesantisce diventa importante ripartire da noi stessi e chiederci “io di cosa ho bisogno in questo momento?”, per ripartire da lì, da quella zona di confine tra me e l’altro.
Ricevo online o in studio a Varese e Inveruno: psicologamariagaiera@gmail.com / 3426282584